Comune di Giovo Assessorato alla cultura Biblioteca comunale
**Classifica della XII edizione del concorso letterario (2017)
Racconta la festa: la solennità, la giocosità, la celebrazione, la baldoria…**
1° premio Gioia di Rita Mazzon – Padova
Motivazione: Un flusso ininterrotto di pensieri attraverso cui Gioia, la protagonista, guida lo scorrere di una storia che si dipana su due binari convergenti. Da un lato la vita in un paese di montagna, Verla di Giovo, mentre fervono i preparativi della festa, dall’altro lei, «un po’ schiva, scontrosa, complessata», cui la mamma ripete: «Tu non sei grassa, sei solo un po’ robusta».
Con una prosa densa ma capace di percorrere con leggerezza le contraddizioni dell’adolescenza, il racconto regala un affresco in cui, in una sorta di crescendo, Gioia diventa tutt’uno con il suo stesso nome. Per un giorno la regina della festa sarà lei, ma si sa – e pure Gioia lo sa – anche per le moderne Cenerentole la magia è destinata a finire con i rintocchi della mezzanotte.
2° premio Inganni tollerabili di Anna Pasquini – Roma
Motivazione: «Linda, ci risiamo… la mamma crede di nuovo che oggi sia il giorno della mia laurea»: con questa delicatezza, quasi in punta di piedi, il racconto si dipana tra gli infiniti risvolti di un male che insieme al valore della memoria porta via con sé quello dell’identità personale. Vibra sullo sfondo un solido tessuto di affetti, pronto ad accrescere la sua forza di fronte ai momenti di maggiore difficoltà.
Una narrazione che, priva di sbavature, prosegue sulla via indicata dall’incipit. Senza retorica, senza indugiare nei particolari, senza intenti di pietismo, il racconto porta a riflettere su come per il bene delle persone che si amano sia possibile ricorrere anche ad «inganni tollerabili».
3° premio Domani si sposa la zitella di Daniela Gregorini – Fano
Motivazione: Una fresca “commedia degli equivoci” in cui un convincente sense of humor trascolora a volte in sottile malinconia. Un racconto intessuto di un linguaggio colorito, che si legge con il sorriso dall’inizio alla fine, guidati dalla sensazione che la conclusione non riserverà amare sorprese. D’altra parte lo annuncia già l’incipit: «domani si sposa Adalgisa, la zitella del paese che ha da poco compiuto sessant’anni».
Sullo sfondo il mormorio delle persone, il solito “farsi meraviglia” di quello che fanno gli altri, mentre a ritroso il narratore ricostruisce i fili di una storia che il caso si è divertito a deviare diversi decenni prima. Quando però «quell’Artemio lì è tornato dall’America» Adalgisa non ha esitazioni. Gli parla «senza le strane paturnie e la timidezza della gioventù, e non hanno nemmeno perso tempo ‘stavolta».
Premio A.P.T. Pinè-Valle di Cembra
Non assegnato